Anche se sono molto apprezzati in Italia per il loro sapore delicato, i cavolini vengono poco coltivati negli orti italiani (la produzione va da settembre a marzo), anche se pare siano stati importati in Belgio dalle truppe di occupazione romane. Gran Bretagna, Paesi Bassi e Belgio sono i maggiori coltivatori a livello mondiale. La pianta presenta un fusto, alto fino a 1 m, che termina con un ciuffo di foglie a palla floscia. Lungo il fusto altre foglie portano all’ascella i germogli a forma di glomeruli arrotondati (cavolini), circa 25-30 per ogni pianta.
Consigli di coltivazione
I cavolini di Bruxelles si coltivano solo in piena terra (non in serra o in vaso). La semina avviene in marzo per la raccolta in agosto, e via a scalare di un mese fino all’ultimo raccolto che si effettua nel marzo dell’anno successivo. Il trapianto si conduce dopo cinque settimane, su file a 40 cm di distanza, con 50 cm di distanza tra le piante. La coltivazione è possibile in tutta Italia, con l’esclusione della zona alpina e prealpina: il freddo migliora il sapore e la digeribilità dell’ortaggio. La concimazione si effettua con prodotti a base di azoto prima della messa a dimora delle piante e una seconda volta quando le piantine si sono alzate.
Da non dimenticare
Le varietà precoci e semi-precoci sono sensibili al gelo, le semi-tardive e tardive sono invece più resistenti.